sabato 25 marzo 2023

La vera storia dell’aquila di Cicogna (Noterelle valgrandine #3)

Tra i lettori di “Val Grande ultimo paradiso”, il libro di Teresio Valsesia che meglio di altri illustra l’area protetta più vasta delle Alpi, chi non ricorda la foto che immortala il parroco di Cicogna in posa con un’aquila al suo fianco?
Una scarna didascalia ci tramanda che il prete era “Don Antonio Fiora, con l’aquila catturata in paese, il 4 febbraio 1955, da Alfonso Benzi”.

Foto pubblicata da Teresio Valsesia sul libro "Val Grande ultimo paradiso", Alberti libraio editore, Intra 1985.

domenica 12 marzo 2023

Ricordi di un’avventura in Val Grande: agosto 1965 (Noterelle valgrandine #2)

«1965. Questi due cucchiai e una forchetta di legno ce li siamo fatti quando siamo rimasti isolati senza cibo per 3 giorni nel rifugio di La Piana nella Valle Grande di Novara con Ruggero Tomaselli, il forestale Dr. Ingannamorte e altri, a causa di alluvione che ci ha bloccato senza possibilità di guado del fiume e senza possibilità di recupero con l’elicottero. Cucchiai e forchetta non hanno servito, era un desiderio. Mario Pavan».


Così si legge sul cartellino che accompagna due cucchiai e una forchetta in legno conservati nell’Archivio Mario Pavan presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell'Università di Pavia.

giovedì 9 marzo 2023

Nuove considerazioni sul toponimo “Val Grande” (Noterelle valgrandine #1)

A conclusione di una breve nota di toponomastica valgrandina presentata a Milano nel 2015 al convegno “I nomi delle montagne prima di cartografi e alpinisti” (Copiatti 2016, pp. 87-93), segnalai un atto notarile del 1683 dove compaiono una Val Grande di Angiascha, Cossogno et Miazina, ma anche una Val Grande del Faj (nota 1) e, ancora prima, un documento del 1614 in cui è citata una Valle Magna appellata Valfoiera (nota 2).
Sono questi, allo stato attuale delle ricerche, i documenti più antichi che attestano l'esistenza del toponimo “Val Grande” in quel dedalo selvaggio di valli e convalli.

Val Grande nei pressi dell'Arca (foto L. Zanotti)

sabato 7 gennaio 2023

"Tra crepacci profondi e guglie sublimi": Ester della Valle di Casanova e Gigetta Matricardi, alpiniste verbanesi (seconda e ultima parte)

per leggere la prima parte dell’articolo clicca su- prima parte

Per Ester della Valle di Casanova e Gigetta Matricardi quelli a venire furono anni intensi, sempre in cordata tra le Alpi Occidentali e le Dolomiti.

Ester della Valle di Casanova e Aldo Bonacossa in cordata
(foto archivio Marzio Govoni, g.c.)

giovedì 22 dicembre 2022

"Ul mercà scuvet" di Intra e una novella natalizia

Per decenni – forse secoli? – nel giorno della Vigilia di Natale il Mercà scuvet animò piazze e vie di Intra.
Già di buon mattino i bambini venivano strappati dal letto, insonnoliti e infreddoliti, perché godessero l’emozione del rumoroso e febbrile tramestio dell’incipiente mercato. Erano settimane che ascoltavano gli adulti parlare animosamente dello Scuèt della Vigilia e dei suoi banchi stracolmi d’ogni ben di Dio.

Mercato a Intra, cartolina viaggiata nel 1904

lunedì 5 dicembre 2022

"Tra crepacci profondi e guglie sublimi": Ester della Valle di Casanova e Gigetta Matricardi, alpiniste verbanesi (prima parte)

Il sole splendeva, finalmente. Sulla vetta del Gran Paradiso, con attorno un panorama immenso, poté compiersi tra gli “Evviva!!!” e il canto delle più belle canzoni alpine l’inaugurazione del nuovo gagliardetto della Sezione.
Era il 6 agosto dell’anno 1922. Di lì a poco, il 3 dicembre, il Gran Paradiso sarebbe diventato il primo parco nazionale italiano. I soci della Sezione Verbano del Club Alpino Italiano questo ancora non lo sapevano. Erano partiti da Intra sabato 5 agosto, diretti in treno ad Aosta.
La memoria di questa gita sociale è giunta a noi sulle pagine del giornale L’Unione, che il 12 agosto dell’anno 1922, giusto un secolo fa, ne pubblicò la cronaca.
Dal lago Maggiore la comitiva in treno aveva raggiunto prima Chivasso e poi la città capoluogo de La Vallée. Da qui proseguì per breve tratto in automobile e poi a piedi fino a Eau Rousse, frazione di Valsavaranche posta a 1675 m di quota, dove sostò in un alberghetto di montagna, il Col Lauzon di Celestino Dajne.


domenica 4 settembre 2022

Cossogno, gennaio 1890: storie di osti, burattinai e gioppini...

In quel sabato di fine gennaio il freddo finalmente sembrava dare tregua e un timido sole filtrava tra le nubi. Sulla facciata dell’osteria, che maestosa dominava la piazza di Cossogno, l’ombra dello gnomone segnava la mezza. Un motto accompagnava la meridiana: “Il bel fabbricar fa il dolce impoverire”, antica saggezza popolare.
Un dipinto raffigurante la Santissima Trinità sovrastava la porta d'ingresso. Dentro, sul fondo del locale, in un grande camino la fiamma crepitava, propagando calore e luce. Accomodato a un tavolo, un uomo consumava il pranzo: una scodella di minestra, un tocco di pan biava e uno di spress, così erano chiamati il pane di segale e il formaggio di quelle valli.


La vera storia dell’aquila di Cicogna (Noterelle valgrandine #3)

Tra i lettori di “Val Grande ultimo paradiso”, il libro di Teresio Valsesia che meglio di altri illustra l’area protetta più vasta delle Alp...