Dagli alpeggi della Val Grande, i pastori s’incamminano verso i paesi. Olimpia, seduta sotto il portichetto della cappella, osserva vacche, pecore e capre sciamare lente lungo la mulattiera. Raggiunte le stalle, varcheranno di malavoglia la porta e qui trascorreranno i lunghi e freddi mesi invernali, recluse nella semioscurità.
I riflessi del sole creano strane visioni lungo i versanti scoscesi e le balze rocciose. Il bosco, non più verde e ombroso, sembra gemere. Folate di vento scompigliano le chiome, le ultime foglie rimaste sugli alberi sembrano scosse da brividi innaturali; un tremito violento incurva le cime delle piante più esili, par di sentire un lamento, un pianto, un’invocazione.
Olimpia, giovane contadina, rammenta e s’inquieta.