Oggi il mio primo pensiero, appena svegliato, è
andato a loro. Poi mi sono messo in viaggio verso l'ufficio, lungo
quella valle, l’Ossola, sorella della “Valgrande martire”, accompagnato dal
suono evocativo della chitarra di Matteo Goglio: «Mi son alzato/O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao/Una mattina mi son alzato/E ho trovato l'invasor».
Come ricordarli, questi ragazzi – il più
giovane aveva 16 anni, il più “vecchio” 22 – che il 18 giugno di 75 anni fa
hanno sacrificato la vita per la nostra Libertà?
Io, a 16 anni, al termine
dell’anno scolastico correvo felice nei prati appena falciati e strappavo ciliegie
dalle fronde che per il peso dei frutti si flettevano verso terra.
Loro,
invece, lottavano e morivano.
Non riesco a scrivere altro, non mi sento “autorizzato”
a scrivere altro, io che non ho vissuto né miseria, né guerra.
Allora lascio che a ricordarli sia uno di
loro, Ugo, con le parole dette e scritte all’indomani della prima
Commemorazione tenutasi a Pogallo il 10 giugno del 1945.
Sono passati 74 anni,
e sembrano tanti, ma anche per me, come per il partigiano Ugo, «il vostro ricordo mi sarà di
monito e di insegnamento per il futuro».