A zia Ada, giovane vittima della "spagnola"
- continuazione e fine
L’elenco delle vittime della “Grippe espagnole”
però era sempre lungo, nonostante il rallentamento del contagio: quest’altra guerra
che le nazioni di tutto il mondo stavano combattendo ancora non era vinta.
Pubblicità di uno sciroppo proposto nella cura dell'influenza spagnola |
A inizio novembre, a scopo
precauzionale, si decise di rinviare nuovamente il ritorno di bambini e ragazzi
sui banchi di scuola:
«Apertura delle scuole. In
seguito a parere del Consiglio Sanitario provinciale, per non compromettere il
miglioramento già verificatosi nella salute pubblica, si è stabilito di
prorogare l’apertura delle scuole della Provincia al giorno di lunedì 18
novembre». (Il giornale di Pallanza, 1 novembre 1918)
Gli asili invece riaprirono più
avanti:
«Apertura Asili. Si avverte che
gli Asili Infantili di Pallanza e di Fondotoce si riapriranno col 2 dicembre,
(lunedì) prossimo venturo». (Il giornale di Pallanza, 25 novembre 1918)
Ma ci furono scuole, nei piccoli paesi, che a febbraio del 1919 erano ancora chiuse, come a Scareno, in Valle Intrasca:
Ma ci furono scuole, nei piccoli paesi, che a febbraio del 1919 erano ancora chiuse, come a Scareno, in Valle Intrasca:
«L’aula scolastica è tutt’ora chiusa: anzi si può dire mai
stata aperta nell’annata 1918-1919. Perché la titolare Beatrice Monti qualche
giorno scesa in Classe cadde gravemente ammalata di spagnola dolorosamente complicatasi
da tenerla inchiodata ormai da due mesi. Ora però e in via di guarigione.
Sinceri e cordiali augurii di completo ristabilimento coi voti di rivederla
nella sua mansione almeno in Marzo. Ma intanto che danno per la scolaresca! Che
fa il R. Ispettore? Non trova più un soggetto da sostituire? ». (La Vedetta, 1 febbraio 1919)
Quando ormai si stava tornando
alla vita normale, ecco la ripresa del contagio, complici forse i
festeggiamenti seguiti alla fine della guerra, persone che si abbracciavano e
si baciavano per le strade felici per la pace riconquistata:
«Si radunò tosto una gran folla;
furono grida e canti di gioia, evviva all’Esercito lagrime di commozione... Un
numeroso corteo con bandiere mosse verso la casa del Sindaco avv. Pirola, che
scese subito e accompagnato dagli Assessori si recò sotto i portici gia
illuminati, come in tempo.... di pace, dove fu accolto da festose acclamazioni.
Egli, salito su di una panchina, pronuncio un felice discorso patriottico,
commosso e commovente, che fu salutato da un delirio di applausi.
[…] Il Martedì si annunciò festoso
fin dal mattino, in cui si ebbe una passeggiata in città di una colonna
numerosa di operaie dei vari stabilimenti industriali con bandiere, coccarde,
ombrelli tricolori, che si riversarono sulla piazza cantando e gridando evviva». (Il
giornale di Pallanza, 10 novembre 1918)
Anche a Intra i festeggiamenti per la fine del conflitto mondiale richiamarono la gente nelle strade e nelle piazze:
«Sembrava un sogno ed era realtà.
Si può dire che tutti i cittadini scesero nelle vie! Molti balconi erano già
imbandierati dalla mattina gli altri lo furono nella notte. Ma il fremito della
folla doveva avere pure una estrinsecazione straordinaria. Il pensiero corse
subito alle campane della nostra Collegiata.
Cittadini, popolani, Signore si contesero l’onore di
concorrere a che esse squillassero ed a lungo e replicatamente come annuncio di
pace che arrivò a tutti i paesi della montagna e valli intrasche, donde ne
venne l’eco di altre campane che ripetevano il grido giulivo della Matrice. […]
I Cittadini avevano perduta la nozione delle ore e la mattina venne senza che si
fossero accorti della notte. Intanto si pensava ad un solenne “Te Deum” in
Collegiata. Egregiamente organizzata la cerimonia ebbe luogo mercoledì sera. II
Tempio era tanto gremito da non poter più contenere altra folla». (La Vedetta,
9 novembre 1918)
E così, purtroppo, poche settimane dopo il virus riprese a circolare tra gli abitanti del Verbano:
«Provvedimenti contro l’epidemia
influenzale. La R. Sottoprefettura comunica: Il 2 corr. convocata dal Sig.
Prefetto della Provincia Gr. Uf. Avv. Olivieri si è riunita la Giunta del
Consiglio Sanitario Prov. di Novara per udire la relazione del medico
provinciale intorno all’andamento della epidemia influenzale nella provincia a
concretare le misure atte a prevenirne la recrudescenza. Assisteva anche il R. Provveditore
agli studi.
Mentre all’inizio dello scorso
dicembre la febbre influenzale sembrava quasi del tutto scomparsa, nell’ultima
quindicina di detto mese si notarono veri focolari di recrudescenza che
gradatamente si estesero dando luogo ad una ripresa epidemica abbastanza
violenta. Attualmente mentre il numero dei colpiti è rilevante specialmente in alcuni centri, la forma
clinica si presenta in generale lieve e le complicanze bronco-polmonari sono
rare: la percentuale di mortalità si mantiene quindi ad una cifra molto
inferiore a quella raggiunta nello scorso autunno. La Giunta si è occupata anzitutto
della prossima riapertura degli istituti scolastici e, pur ritenendo che
perdurando la mitezza della epidemia, salvo casi speciali, non sia
consigliabile prolungare il periodo delle vacanze, ha fatto proprie alcune
proposte dell’ufficio sanitario provinciale tendenti ad evitare che gli alunni
si espongano a raffredamenti, alla inalazione polviscoli o di arie viziate ed al contatto con compagni già
infermi o appena convalescenti. Per i teatri cinematografi e sale di pubblici
spettacoli sono state confermate le disposizioni già prese durante il periodo
epidemico precedente onde evitare in detti ambienti l’affollamento eccessivo,
limitare il numero degli spettacoli e provvedere alla buona aereazione ed alla
pulizia e disinfezione dei locali.
La Giunta ha raccomandato inoltre
di evitare il sollevamento di polvere nelle pubbliche vie e piazze durante le
ore di maggior affollamento, ed ha insistito infine sulla necessità di
provvedere per una più larga spedalizzazione degli ammalati di influenza onde
impedire la formazione di focolari famigliari e sulla attuazione delle semplici
norme di profilassi domestica che si sono dimostrate di particolare efficacia
per la prevenzione del morbo». (Il giornale di Pallanza, 12 gennaio 1919).
La terza ondata della pandemia,
dopo quelle della primavera e dell’autunno 1918, era arrivata e avrebbe diffuso dolore e morte ancora per qualche settimana.
FINE
Un grafico che mostra il numero di decessi nelle principali città,
con un picco tra ottobre e novembre 1918 e nuovamente a marzo 1919 (fonte: Wikipedia)
|
FINE
Nessun commento:
Posta un commento