A zia Ada, giovane vittima della "spagnola"
In quei mesi di fine anno, anche i paesi dell’entroterra
verbanese si trovarono a combattere, pressoché disarmati, contro la “spagnola”.
Quasi ovunque i decessi raddoppiarono, concentrati nel periodo fra l’ottobre
del 1918 e il gennaio del 1919. Solo nel 1920 si ritornò ai livelli del 1917.
Nei cimiteri delle valli intrasche è facile vedere lapidi
posate a memoria di persone, il più delle volte giovani, morte in quei mesi a
causa del “morbo fatale”. Soffermarsi al loro cospetto e
leggerne le epigrafi, contribuisce a toglierle dall’oblio e dal silenzio.
Cimitero di Intragna: lapidi funerarie sfidano l'oblio e il silenzio |
Pur se travolti dai drammatici eventi, autorità locali e
abitanti non mancarono di rinnovare le secolari tensioni campanilistiche. Ne è un esempio questo scambio di “battute” - a tratti divertente - tra il Sindaco di Caprezzo e un anonimo “avvocato
difensore” di Intragna [La Vedetta, 9 novembre 1918]
All’Eg. Sig. Pellegrini
Sindaco di Caprezzo
Certo di fare cosa graditissima
alla S.V. e portare onore al nobile consiglio che abbassò l’intelligente
pupilla su di Lei, eleggendola a Sindaco, pubblichiamo la lettera, ch’Ella
nella Sua bontà, avvedutezza e carità ci volle inviare in occasione della “grippe
espagnole” che afflisse il nostro paese.
COMUNE DI CAPREZZO
20 Ottobre
1918 Prot. 233
Il Sindaco
Sono oltremodo dolente dover
segnalare la malattia che infligge la nostra Regione. Nell’interesse reciproco
La prego voler dare pubblicità perché vengano più che sia possibile limitate le
relazioni tra questo e cotesto Comune [di Intragna, n.d.a.].
Sto in attesa dei suoi provvedimenti
ed intanto La riverisco.
Il Sindaco Pellegrini
Come talvolta d’estate in un
batter d’occhio l’orizzonte si oscura, densi nuvoloni si accavallano, ed a
pochi rombi di tuono tien dietro fitta gragnuola, cosi l’epidemia in un attimo
travolse, fatte poche eccezioni tutto il paese e spense 17 esistenze. Ma ora il
morbo va scomparendo, già su l’orizzonte si delinea l’arcobaleno e fra poco per
tutti non sarà che un triste ricordo. Eccole Sig. Sindaco, l’ultimo bollettino:
pulsazioni 63 al m.l respiro regolare, il cervello non balla più, le gambe ci
portano, l’appetito, a dispetto delle tessere, é in aumento, poche
espettorazioni.... Se crede, lo affigga all’albo pretorio per tranquillità di
Caprezzo.
Ci spiace assai, ma Ella, Sig.
Sindaco strappò la rapa quando questa era già con la radice al sole. Difatti:
l’Eg. nostro Sindaco, da quella cara persona che è, e che non poche volte
abbandona i propri per fare gli interessi altrui, appena si accorse del fatto,
venne ai seguenti provvedimenti:
a) fece togliere l’acqua al
pubblico lavatoio, sebbene per la sua costruzione, l’igiene non potrebbe desiderare
di meglio;
b) mise ordini severissimi per il
pubblico acquedotto;
c) assoldò l’Eg. Dottor Tenente
Semini, perchè gratuitamente si prestasse a tutti;
d) provvide il paese di carne;
e) a spese del Comune fece
acquisto di disinfettanti che gratuitamente furono distribuiti;
f) mise a disposizione di alcuni
sanitari l’automobile per un sopraluogo.
In seguito poi alla sua lettera,
ubbidiente come un bimbo dell’Asilo, avrebbe voluto costrurre un gran
muraglione dal Ponte Nivia al Pian Cavallone, onde evitare perfino lo sguardo
da Intragna a Caprezzo, ma per mancanza di calce non lo potè effettuare. Nella
bontà del Suo Cuore, Eg. Sig. Sindaco, lo voglia scusare.
Ed Ella, Sig. Sindaco, siccome
scrive «nell’interesse reciproco sto in attesa dei suoi provvedimenti » che
fare?
Senta: per non adottare i
sopraccennati provvedimenti, anzi per allargarne la cerchia, non le parrebbe
conveniente che ella adottasse i seguenti?
1. Collochi tre latte di creolina
pura Nava: una al Tremesino, la 2a al ponte Nivia, la 3a
sulla pubblica piazza e dia una magistrale pennellata a tutti i Caprezzesi
prima di mettersi in viaggio, sia per disinfettarli e sia anche per paralizzare
i microbi, che in questi paesi in pochi giorni sono usciti di parentela.
2. Cinga Caprezzo da rete
metallica a guisa di gran pollaio; ma siccome in commercio è di manica troppo
larga, ed ella saprà che i microbi della “grippe espagnole” sono assai più
piccoli degli orsacchiotti e quindi con tutta facilità potrebbero penetrarla,
munisca tutti i Caprezzesi di scopa, con ordine che al sorger ed al tramontar
del sole, epoca in cui i microbi si mettono in moto, di qui la cagione perché sono invisibili ad occhio nudo, tutti si portino al reticolato ed a colpi di
scopa distruggano le numerose schiere, fatte oggi più robuste ed arzille,
perché cresciute nell’aria ossigenata di Intragna.
3. Perdoni: si continua ancora a
ballare nelle osterie? Non facciamo questione di patriottismo, ma guardi che
quello può essere il veicolo della malattia.
4. È vero che Ella indirizzò una
supplica al R. Ministero, perché sia emanata tosto una legge, che obblighi
tutti i Sindaci italiani, ammogliati o divisi dalla consorte, a ritornare alla
coabitazione? Ben fatto! la proposta sua è degna d’ogni applauso!
5. Se non le siamo importuni; Ci
dica Sig. Sindaco; È vero che Caprezzo in questi giorni bandì un concorso per
sopprimere gli attuali e sudici lavatoi, costrutti su disegno dell’ing. Carlo
Cudiga, ed adottarne dei moderni? Se avesse parlato, le avremmo gratuitamente
favorita la pianta del nostro, che riscosse l’approvazione con lode
dall’Ufficio Sanitario.
6. È vero che vuol dotare
Caprezzo di acquedotto? Che idea magnifica! Almeno i microbi s’aggirerebbero
con rabbia attorno alle canne, ma non entrerebbero nei polmoni e
nell’intestino, producendo talvolta la morte.
Gradisca, sig. Sindaco, i più
vivi ringraziamenti da parte nostra e da parte dei Sindaci di Milano, Torino,
Como, Parma, Losanna, Ginevra, Parigi, Madrid... e da tutti i Sindaci
dell’Africa e dell’America, dove pure serpeggia il male, poiché nessuno mai
riuscì a suggerire tale ricetta.
Voglia il cielo conservarlo a
lungo, e se costì si continua ancora la macellazione dei vitelli, si faccia
regalare possibilmente l’ugin con pochettino di testina rasata per premunirsi
contro il morbo, perché guai a noi, alla Valle ed a tutto il mondo, se Ella dovesse
esserne colpita e morirne! Perderemmo in Lei il filantropo, l’amico, il
sanitario, il papà!
Da ultimo, una supplica, veda,
sig. Sindaco, di togliere quanto prima il decreto di proibizione, perché il
nostro cuore è in continue agitazioni e sospira notte e giorno di trovarsi con
Caprezzo nelle antiche relazioni: s’immagini: dal 20 Ottobre è un pianto solo!
Salutandola cordialmente, Uno per tutti.
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