giovedì 25 aprile 2019

“Avere i ribelli, avere i ribelli”: I cürt di Biogna e la Resistenza

Lo scorso anno, a dicembre, ho avuto la fortuna di raccogliere alcune testimonianze di alpigiani che hanno vissuto all'Alpe Biogna, in Valle Intrasca. Buona parte del materiale è stato pubblicato sul libro "I cürt di Biogna". Uno dei testi introduttivi del volume - corredato da circa 400 foto - è dedicato a episodi della Resistenza che oggi voglio condividere con voi. Il libro sarà nuovamente presentato lunedì 29 aprile a Verbania Fondotoce presso le ex scuole elementari (Via 42 Martiri n. 82).

I monti dell'alta Valle Intrasca con i pascoli di Biogna in primo piano

“Avere i ribelli, avere i ribelli”: Biogna e la Resistenza
(Brano tratto dal libro I cürt di Biogna. Alpi e pascoli della Valle Intrasca)

Il secondo conflitto mondiale portò la guerra anche su questi monti della Valle Intrasca. Maria Borella raccontò che nei primi mesi della Resistenza la colonia di partigiani residente tra l’Alpe Pala e Miazzina faceva spesso incursioni al Fornà, facendosi consegnare burro e formaggio e rubando gli asini per trasportare il bottino appena conquistato.
Fortunatamente questa situazione ebbe fine quando le truppe partigiane si organizzarono in modo più organico: Arca, il comandante Armando Calzavara, riunì gli uomini nella brigata “Cesare Battisti” e comandò loro di non derubare più gli alpigiani. Molto intelligentemente chiedeva giornalmente latte, e burro una volta la settimana, ma questi venivano finalmente pagati con regolarità e la quantità ceduta variava in funzione delle possibilità economiche della famiglia che li produceva. Inoltre il comandante Arca si preoccupò di far avere alla famiglia Borella dei permessi speciali, con i quali potevano raggiungere l’alpeggio in condizioni di sicurezza e senza perdere il lavoro fornito da quei quaranta giorni di monticazione d’alta quota.

All’alpe Furnà negli anni ’30. Seduto a sinistra, con il cappello,Vittorio Borella (ul pà Vitori).
Dietro di lui. la bambina Maria Borella e Adelaide Martinelli.
A destra, seduto, Giovanni Borella che tiene sulle gambe il nipote suo omonimo Giovanni Borella;
dietro la moglie Teresa Minesi e la figlia Luigina Borella.
La coppia centrale sono i coniugni Ranzoni, milanesi oriundi di Cambiasca.

Natalina Morandi ricorda le incursioni nazi-fasciste di quei tragici giorni: «Venivano la sera nella stalla e facevano: “Avere i ribelli, avere i ribelli”, con il mitra basso, e mi a tremavi perché a disevi, “Madonna, non mi spareranno mica”. Io avevo 23 anni. A quel tempo avevamo nascosto tanti giovani a Biogna, anche mio fratello, dentro nella ghiacciaia dove mettevamo il burro e il latte. Non li hanno mai trovati, ma uno di loro un giorno ha deciso di riunirsi ai suoi compagni e l’hanno poi martirizzato a Trarego».

Lucia Morandi, classe 1882, morta di broncopolmonite al Curt Pavel (Biogna) nel 1945.
Foto scattata da Luigi Velati, partigiano, successivamente fucilato a Trarego

La guerra è anche nei ricordi di tutte le altre nostre testimoni: «Mia mamma – racconta Pierangela Martinelli – andava a Scaren da bambina, gli davano i messaggi per i partigiani, li infilava dentro le scarpe, tanto era una tusetina, nessuno la curava, e così portava i bigliettini ai partigiani che erano nascosti in montagna».
Molte volte i partigiani ebbero salva la vita grazie alla complicità degli alpigiani: «Quando arrivarono la Milizia e i tedeschi al Curt d’la Funtàna, – ricorda con emozione Piera Borella – gli dovevamo dare il latte e il bütéer. Una volta c’era un partigiano nascosto dietro ai Casiröi. Alura i donn, le me mama o altri andarono a sbattergli adosso ul lamp, il letame. Un tedesco doveva fare i suoi bisogni e stava per andare a farli lì dietro: “Sciür, sciür, non vadà lì, non vadà lì perché dentro c’è il latte”, l’ha detto per salvare il partigiano».

Curt d'la Funtana (Biogna) in una foto d'epoca
Toccante l’altra testimonianza di Pierangela: «Una volta hanno ucciso un partigiano, era talmente sfigurato che la me mama è andata su a vedere, l’era una tusetina, ha tolto ul scüssà e glielo ha messo su gli ha messo anche tutti i fiori delle ginestre, quando è scesa a Biogna glielo ha detto al so pa’: “No, cùr su, corri su, e tiragli via il scüssà che quando viene la Milizia, guai, cùr su”, e lei andò a togliergli il grembiule. Quando sono tornati quelli della Milizia non so cosa gli hanno fatto ancora, e quando sono andati via lei è andata ancora su a mettergli il grembiule perché non voleva che i suoi genitori lo vedessero sfigurato».

------------------

Non potete venire alla presentazione ma vi interessa il libro?!?!🤔
Non c’è problema!!!😉
Lo potete ricevere direttamente dall’Associazione chiamando i numeri:
☎️ 349 6906597
☎️ 347 1206509
☎️ 339 7837421
Oppure potete ritirarlo direttamente presso:
🥖PANIFICIO ANTONINI -Ramello-
🍽 BAR RISTORANTE LA BATÙA -Aurano-
🍷 CIRCOLO DI SCARENO
💐 FIORISTA ANTONELLA PARIS -Cambiasca-
📝 TABACCHINO BORELLA LUCIA -Premosello Chiovenda-

Nessun commento:

Posta un commento

“Sul Monte Marona eroicamente cadeva”: Fulvio Ziliotto, medico triestino, martire per la Libertà

Il 29 aprile del 2023 salii a Intragna, piccolo paese della verbanese selvaggia Valle Intrasca. Cercavo un sepolcro, quello dell’alpinista, ...