domenica 20 marzo 2022

"All’aeroporto ci aspettavano con fiori lacrime e abbracci": Maria Peron, lettera dalla Georgia

Dovette aspettare il cosiddetto “processo di distensione” tra Stati Uniti e Unione Sovietica per tornare nella sua Georgia, da parenti e amici, nelle terra in cui era nato e cresciuto.
Era il 1969. Laurenti Japaridze (italianizzato in Giapparize) viveva in Italia con la moglie Maria Peron. Si erano conosciuti in Val Grande: lui soldato georgiano divenuto patriota sui nostri monti e lei infermiera dei partigiani e poi “medico di brigata”.
Al termine della guerra si erano sposati a Cicogna, frazione del comune di Cossogno, il 15 agosto del 1945. Poco sopra a questo paese, nei mesi della Resistenza Maria aveva trasformato una vecchia baita in ospedaletto.

15 agosto 1945, gli sposi Maria Peron e Laurenti Giapparize
all’uscita dalla chiesa di Cicogna
(Archivio storico Casa della Resistenza di Fondotoce)

15 agosto 1945, gli sposi Maria Peron e Laurenti Giapparize
nella piazza di Cicogna il giorno del loro matrimonio
(foto gentilmente concessa da Giuliana Giapparize)

Nei mesi trascorsi sulle montagne verbanesi, la “crocerossina” (così era chiamata nei paesi della valle) prestò aiuto anche agli alpigiani e con alcuni di loro intrecciò durature amicizie, come quella con Rosa Bondi Biacca e le sue figlie Ebe e Tilde, titolari di un’osteria nella piazza di Cossogno.
Recentemente ho ricevuto dalla mia compaesana Livia Sacchelli una lettera che Maria Peron scrisse dalla Georgia a “Mamma Rosa”, nonna di Livia. Con essa una foto, che ritrae l’infermiera con la giovane Ebe Biacca - figlia di Rosa e mamma di Livia - nei pressi del capullín de le Rüscümm, lungo la mulattiera che da Cossogno conduce a Cicogna.

Maria Peron ed Ebe Biacca lungo la mulattiera Cossogno-Cicogna
(foto gentilmente concessa da Livia Sacchelli, nipote di Rosa Biacca)

Furono giorni molto emozionanti quelli trascorsi in Georgia da Maria e Laurenti, ancora vividi nella memoria dei figli Lorenzo e Giuliana. La lettera non è datata, ma è stata proprio Giuliana Giapparize a indicarmi l’anno, il 1969.

Particolare della lettera inviata nel 1969 da Maria Peron a Rosa Biacca
(gentilmente concessa da Livia Sacchelli, nipote di Rosa Biacca)

La guerra che aveva devastato l’Europa era finita da più di vent’anni, ma “sofferenze e peripezie” erano ancora vive nei ricordi di chi l’aveva combattuta. E forti erano ancora i sentimenti di riconoscenza che i partigiani georgiani nutrivano per gli abitanti di Cicogna, “gente di grande cuore, dicono, che non potranno dimenticare”.
Leggere questa lettera oggi, nei giorni in cui nel cuore del nostro continente si muore e soffre per le atrocità di un'altra guerra, mi porta inevitabilmente a chiedermi se mai l’uomo saprà raggiungere una pace duratura o se ogni dopoguerra debba sempre considerarsi al pari di una lunga ma effimera tregua.
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La lettera inviata da Maria Peron a Rosa Biacca

Tiblisi

Cara Mamma Rosa,

Le mando da questo ospitale paese un affettuoso abbraccio. Il primo incontro con i nostri parenti è indimenticabile. All’aeroporto ci aspettavano con fiori lacrime e abbracci. Le accoglienze continuarono con parenti e amici dei parenti. Mai avrei immaginato di trovare tanta affettuosità tanta gioia, tanto cuore.

Dall’aeroporto, che dista dalla città 40 Km circa, una fila di macchine hanno fatto seguito a quella in cui eravamo noi: Laurenti, figli ed io, addobbate con fiori di ogni colore, che non puoi capire dove li hanno pescati tutti quei fiori, ho avuto la sensazione di essermi appena sposata in viaggio di nozze. Mamma Rosa! Non so descriverle la mia grande consolazione. Qui in Georgia sono conosciuta per Maria dottore dei partigiani georgiani e sono oggetto di grande simpatia e di affetto in generale.

Il pranzo abbondantissimo, non visto, tanta mercanzia di ogni genere sul tavolo. A pranzo c’erano circa 90 parenti, i fratelli, sorelle, cugini, nipoti, pro nipoti, dottorati e scolari e pianisti. Ad intervalli suonarono danzavano, a seconda delle usanze georgiane. Laurenti non capiva più niente tanto era emozionato. Tutti piangevano, ridevano, mai potrò dimenticare queste giornate intense.

Un gruppetto di Georgiani partigiani del Piemonte sono venuti a salutarci e ci hanno invitati di andare a Karcov dove vivono dei partigiani della nostra zona, che non hanno potuto venire ad incontrarci a Tiblisi causa interessi di lavoro, vi andremo sabato sera, prepareranno la polenta, pietanza d’onore per ricordare Cicogna e i paesi circonvicini. I Georgiani ricordano con affetto tutti i paesani, gente di grande cuore, dicono, che non potranno dimenticare. La Georgia e un paese bellissimo, privilegiato, il clima è mite, le giornate splendide. Giuliana e Renzo sono sempre in giro a visitare le opere d’arte e monumenti.

Quello che di più mi meraviglia, in questo paese, è la semplicità di vita, il buon costume, il rispetto reciproco e l’allegria. Ancora non ho capito l’ora del pranzo, della cena, perché qui si continua a mangiare, brindare. Il vino è eccellente e lo si beve come simbolo di forza, di vitalità. Durante il brindisi, ricordano mamma, papà, defunti, parenti vicini e lontani, è un popolo che vive realmente bene. Da quando sono arrivata vedo gente che mangia, beve, danza, è sempre in festa. Nella prossima settimana andremo a Ogni e Keri dove Laurenti è nato e dove vive la zia che gli ha fatto da mamma, i cugini e fratello. Anche là, avremo giornate intense di emozioni. Cara mamma Rosa, non avrei mai immaginato che in questo lembo di terra vivessero gente di grande cuore che veramente si amano. I Georgiani sono allegri, l’ospite per loro è sacro; è un popolo veramente straordinario.

Ringrazio il Signore che mi ha fatto conoscere, dopo sofferenze e peripezie, i parenti d’origine di Laurenti di cui sono orgogliosa. La prego di trasmettere le notizie alla Ebe e Tilde e a loro un caloroso abbraccio compresa la famiglia di Ebe. Da Laurenti ai figli nostri, da me un forte e caloroso abbraccio a tutti.

Cara Ebe, in questo momento ricevo una telefonata dai partigiani georgiani che mi dicono di [salutare] Mamma Rosa, Ebe e piccola Tilde.

Georgia, anno 1969. La famiglia Giapparize con parenti e amici
(foto gentilmente concessa da Giuliana Giapparize)

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Per saperne di più su Maria Peron e Laurenti Giapparize
Nino Chiovini, Val Grande partigiana e dintorni. 4 storie di protagonisti, Margaroli, Verbania 1980; Comitato della Resistenza, Verbania 2002.
Nico e Lino Tordini, Partigiani di Valgrande, Alberti, Verbania 2021.
Amalia Frontali, Maria. Nata per la libertà, Nua edizioni, 2020.

2 commenti:

  1. Commovente testimonianza, grazie per averla fatta conoscere.Grazie

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  2. Grazie. Laurenti lo intervistammo per il nostro documentario "Rukà ob ruku. Fianco a fianco". Anna Roberti
    https://www.fctp.it/movie_item.php?id=1460&type=1

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